MILANO
SPAGNOLA E
ILLUMINISTICA
MILANO
CAPITALE E
RISORGIMENTALE *
MILANO
ITALIANA
MILANO
IERI E OGGI

* Lo sviluppo urbanistico dei due periodi storici è simboleggiato nelle due tavole di unione
dalla somma dei due colori ivi rappresentati.

Milano, durante la dominazione dei re di Spagna, riconoscendo Carlo V e i suoi successori come legittimi duchi il cui titolo era basato su un’unione personale e non come una sudditanza, si trovò ben presto in una situazione particolare e privilegiata rispetto alle altre regioni italiane. Essa mantenne così in vita le sue istituzioni amministrative e giuridiche con una relativa indipendenza, regolate dalle " Nuove Costituzioni " (1542), che rimasero alla base dell’istituto normativo cittadino fino a tutto il secolo XVIII. Rappresentante del duca a Milano era il governatore, con ampi poteri, mentre organo della massima importanza fu il Senato col suo diritto di " interinazione, una specie di veto, all’ordine sovrano. La città, anche se economicamente depressa, acquisi esperienza politica e sociale; il popolo, legato alle corporazioni d’arte e mestieri, era difeso dall’autorità ecclesiastica, che, data la sua condizione praticamente inattaccabile, teneva testa a chiunque. A Milano, infatti, la Controriforma trovò il suo centro ideale e in Carlo e poi in Federico Borromeo i più tenaci e intransigenti assertori, rendendo la città importante sotto l’aspetto morale, religioso e politico-sociale. Noto il prodigarsi dei due arcivescovi durante la peste nel 1576 e nel 1630, quando pare che l’autorità civile avesse perso il controllo della situazione. Migliorata la loro posizione con una fitta rete di vie di comunicazione terrestri e fluviali, i milanesi si dedicarono ad abbellire la città, con nuove strade ed edifici, favoriti dalla rivalutazione dell’iniziativa privata, oltre che nuove chiese, in un barocco severo. La cultura si diffuse ampiamente, le scuole si moltiplicarono. Iniziata col secolo XVIII la dominazione austriaca, dopo un periodo ininterrotto di guerre, Milano dal 1748 visse anni di pace relativa, retta da sovrani illuminati. L’avvento al trono di Maria Teresa segnò il principio di un’era nuova. L’imperatrice diede vita ad una serie di riforme che miravano nello stesso tempo a cancellare tutto ciò che era spagnolo e a migliorare le precarie condizioni della città e del suo stato, ormai ridotto in confini ristretti. Tali riforme obbedirono, quindi, ad un impulso pratico, cercando di interpretare l’esigenza politica del momento e di assicurare un migliore funzionamento alla macchina statale. Maria Teresa fu coadiuvata da abili uomini di governo austriaci, mentre un gruppo di italiani - come il Verri e il Beccaria - diedero con entusiasmo il loro contributo alla vita politica del paese. Le riforme del successore e figlio Giuseppe II furono invece caratterizzate dall’aspetto giurisdizionalistico e anticlericale, legato ad un ambizioso concetto di accentramento assolutistico del potere e dell’amministrazione, portando la città sulla via dello stato moderno fortemente accentrato. Milano fu un centro commerciale attivissimo, soprattutto nell’attività scambistica; poche le industrie e non molto produttive: nel complesso economicamente fu dominata dalla prosperità di pochi e forti interessi. La metropoli, di 130 000 abitanti circa, si rinnovò artisticamente passando da un severo barocco secentesco al barocco fiorito.





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