Porta
Ticinese: la Chiesa dei SS. Giacomo e Giovanni
Dal capannone dismesso
nasce la chiesa nuova
I ntervista del Maggio 1999 di Luisa Bove
al parrocco padre Giuliano Boniotti
Anche
il quartiere di via Spaventa avrà la sua chiesa: Santi Giacomo
e Giovanni. Entro 2 mesi inizieranno i lavori (ancora un cantiere a Sud
di Milano] e se non ci saranno contrattempi nel 2000 sarà a buon
punto. Ma facciamo un passo indietro. Già nel 1975 il parroco dei
Santi Quattro Evangelisti si rendeva conto che molti fedeli erano distanti
dalla chiesa parrocchiale e che occorreva trovare una soluzione diversa
per la gente di quel quartiere. Così aveva deciso di acquistare
un padiglione dismesso del colorificio Dossi e Bay, in via Meda 50, e
ne fa una cappella.
Dopo una visita nel
quartiere il cardinal Giovanni Colombo nel 1976 autorizzava lacquisto
dellintera area circostante per la costruzione di una nuova chiesa.
La cappella veniva allora affidata a una piccola comunità di religiosi,
3 sacerdoti canossiani, che nel frattempo garantivano la messa quotidiana.
Sarà ancora il cardinal Colombo, prima di concludere il suo mandato
come arcivescovo di Milano, a firmare il decreto di costituzione della
chiesa a parrocchia, che prenderà il nome Santi Giacomo e Giovanni.
Lo
stesso cardinal Martini, vista anche laffluenza dei parrocchiani,
ha sempre incoraggiato la costruzione di una chiesa nuova, e in effetti
oggi la comunità conta più di 5 mila anime, pari a 1800
nuclei familiari. Lo scorso 9 maggio monsignor Erminio De Scalzi, vicario
episcopale della città, è intervenuto per la benedizione
e la posa della prima pietra.
«È un quartiere particolare» dice il parroco padre
Giuliano Boniotti, «e con tutto quello che è successo anche
lo scorso anno, certamente la presenza di una chiesa con le dovute strutture
darebbe la posslbilità di accogliere e alutare persone che hanno
blsogno. Oltre che qualificare la zona». E daltra parte nessuno
è mai intervenuto in questl annl per ristrutturare o riparare il
tetto, non solo perché costa meno ricostrulre, ma anche perché
prima o poi tutti i padiglioni sarebbero stati demoliti (quasi 3 mila
metri quadrati).
«A
molti parrocchiani spiace lasciare il capannone», racconta padre
Boniotti «ma è anche vero che ormai la gente è caricata
e sente il bisogno di una nuova chiesa e spazi più adeguati. Quando
sono arrivato qui 10 anni fa me ne hanno parlato subito».
A dire il
vero vista dallesterno la chiesa è anche poco riconoscibile:
cè chi non vi ha mai messo piede credendo fosse un tempio
protestante, chi lo credeva unagenzia di pompe funebri e chi ancora
oggi non sa neppure che dietro quei muri si "nasconde" una chiesa
cattolica. «Io stesso quando sono arrivato la prima volta»,
ammette il parroco. «ho fatto fatica a riconoscerla». Adesso
cè anche una croce, sembrava davvero un negozio con tanto
di vetrina e scritta.
Ci sono voluti 3 progetti prima di arrivare a quello definitivo dellarchitetto
Carlo Conti, approvato anche dal Comune. Presto saranno demoliti tutti
i capannoni dismessi, tranne una palazzina su cui la Belle arti ha posto
il vincolo. Si tratta solo di una facciata, spiega il parroco. ma diventerà
il sagrato, con doppio porticato e dal quale si potrà accedere
per entrare in chiesa.
«Fino
a oggi loratorlo era un piccolo cortile interno, tutto chiuso in
mezzo al cemento anche se i ragazzi si sono sempre accontentati ma presto
avremo un campetto verde», dice soddisfatto padre Boniotti. E vero
che la parrocchia sorge proprio al centro di un quartiere a rischio, continua.
però bisogna riconoscere che cè anche lesigenza
di spiritualità più profonda. E se fino a oggi la comunità
parrocchiale è cresciuta nonostante la povertà di strutture
è anche vero che 25 anni di attesa sono dawero molti.
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In
"via Meda"
ghe semm
anca numm
LA
GESA
DE SAN GIACOM
E GIOVANN
L'È QUASI PRONTA
GRAZIE...
...AI PARROCHIANN!
E IN PARTICOLAR AL
NOSTER CARDINAL
E L'È ONA GESA
NOEUVA CHE LA SE
TROEUVA IN
Via MEDA al 50
a MILAN
IN DOE VANN A PREGÀ
I ULTIM "CRISTIAN"
...prima che vegna nòtt!
COME
SIAMO
COME
SAREMO
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