Chiesa dimora di Dio fra gli uomini, Tempio Santo,
costruito con pietre vive sul fondamento
degli Apostoli in Cristo Gesù pietra angolare.... e
...."Se non saremo torrenti di acque pure, gli altri
morranno di sete".

                                                                    (anonimo milanese)

 

DUOMO

Può essere considerato il maggior tempio della cristianità dopo San Pietro in Vaticano. I dati più interessanti: area coperta mq 12.000 circa; lunghezza m 157; larghezza m 93; altezza m 108; statue oltre 3.000; guglie 135; capacità 38.000 persone.
Fatto costruire da Gian Galeazzo Visconti, che ne pose le fondamenta il 15 marzo 1386, fu consacrato il 20 ottobre 1577 da San Carlo Borromeo. L’edificio è di architettura gotica, eccettuata la facciata, che è un insieme di vari stili. Questa facciata ha cinque porte con battenti di bronzo; l’ultima opera dello scultore Luciano Minguzzi, è stata inaugurata nel 1965. L’interno del tempio è in forma di croce latina. Le navate sono divise le une dalle altre da 52 colonne a fascio che si slanciano altissime (m 25,39) a sostenere le arcate ogivali e le volte. Tra le innumerevoli cose di interesse storico ed artistico, segnaliamo il sepolcro dell’arcivescovo Ariberto da Intimiano; il sarcofago dell’arcivescovo Ottone Visconti, col quale s’iniziò la signoria viscontea a Milano; la grande lastra marmorea con la serie cronologica dei 42 vescovi e arcivescovi della diocesi milanese; il grande candelabro a sette braccia; detto Trivulzio perché donato nel 1562 dall’arciprete Trivulzio. In Duomo sono sepolti anche San Carlo e il cardinale Federico Borromeo.

 
 

SANT'AMBROGIO

Tra il 379 ed il 487, per volontà di Sant’Ambrogio, nel cimitero cristiano che si estendeva nell’area delle attuali vie Santa Valeria, Necchi e piazza Sant’Ambrogio, fu eretta la basilica che prese il nome del santo.
Non era comunque grande, anzi era la più piccola di tutte quelle fatte costruire da Sant’Ambrogio.
Nel 789 sorse accanto alla chiesa un Monastero Benedettino, l’attuale sede dell’Università Cattolica, nel quale trovarono ospitalità cardinali, re, papi e imperatori, tra cui il Barbarossa.
Dall’inizio del IX secolo e per tre secoli si protrassero lavori di restauro e ricostruzione per riportare lo schema originario della chiesa a forme più propriamente basilicali.
Nella basilica, in buona parte ricostruita dal Bramante, sono custodite opere del Confalorieri, di Gaudenzio Ferrari, del Lanino, del Tiepolo, di Franco Lombardi, del Luini.

 
 

SAN BABILA

Sembra risalga alla fine dell’XI secolo, costruita su una più antica basilica del secolo V fondata da San Lorenzo primo, col titolo "Ad concilia Sanctorum".
Più volte danneggiata nel corso dei secoli, le sono state restituite le primitive forme romaniche agli inizi del secolo passato.
L’interno, costituito da tre navate, conserva rare tracce di qualche antico affresco. Le decorazioni a mosaico sono tutte moderne.

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SAN SIMPLICIANO

È l’unico edificio basilicale integro, in tutto l’occidente, del tempo di Sant’Ambrogio. Dedicata dapprima alle Sante Vergini (Basilica Virginum), la chiesa dopo la morte di San Simpliciano (l’immediato successore di Sant’Ambrogio nel vescovado) venne a lui intitolata. Nella strombatura del portale sono fasci di eleganti colonnine con bei capitelli gotici scolpiti con figurazioni simboliche. Il campanile, inizialmente più alto, venne fatto mozzare dal governatore spagnolo Ferrante Gonzaga nel 1552 perché dominava il Castello.
Nell’interno, all’abside, l’incoronazione della Vergine, uno degli affreschi del Bergognone. Sotto gli altari si trovano le spoglie dei martiri trentini Sisinio, Martirio e Alessandro.

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SANTA MARIA
DELLE GRAZIE

Su un terreno donato dal conte Gaspare Vimercati, nel 1463 fu eretta la chiesa insieme all’annesso convento dei Domenicani sul luogo dove sorgeva un oratorio nel quale era affrescata un’immagine della madonna detta Delle Grazie. Nel 1490, vista la vicinanza al suo Castello, Ludovico il Moro incaricò il Bramante di dare forme meno antiquate e più eleganti del solito gusto gotico solariano, alla chiesa. Nel 1492 fu sepolta nella chiesa Beatrice d’Este, la giovane moglie di Ludovico il Moro, il quale fece eseguire dal Solari le statue tombali di Beatrice e sua. Nel 1937 ebbe fine il restauro iniziato tre anni prima per incarico del senatore Ettore Conti. Nella chiesa sono racchiuse opere dello Zenale, di Bernardino Butinone di Gaudenzio Ferrari, di Giovanni da Schio, di Coriolano Malagavazzo, dei fratelli Fiammenghini, di Marco d’Oggiono, di Ottavio Semini, del Cerano, di Nicolò da Cremona ed altri grandi.

 
 

SAN MARCO

È sorta nel 1254 per opera del frate Lanfranco Settala, generale degli Eremitani.
Nel 1300 fu ampliata e subì varie trasformazioni con aggiunte barocche nel 1691/98. La facciata, in cotto, è un rifacimento del 1872, in stile lombardo-trecentesco, con grande rosone e due pinnacoli laterali alti cinque metri.
Il portale e la nicchia soprastante, con le statue di San Marco, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino, opera di un maestro campionese, sono del vero Trecento. L’interno, a tre navate, venne decorato dai migliori artisti del Cinquecento. La volta sopra l’altare maggiore è interamente dipinta, ed ai lati sono raffigurate due importanti opere: la Disputa fra San Ambrogio e San Agostino, del Procaccini, sulla destra; il Battesimo di San Agostino, del Daniele Crespi, sulla sinistra. Alla fine del secolo scorso fu fatto restaurare il bel campanile lombardo quattrocentesco, fatto accorciare nel 1550 dal governatore spagnuolo Ferrante Gonzaga, perché dominava in altezza.

 
 

SANT'EUSTORGIO

Il monumento costruito nel IX secolo sembra sorga sui resti della chiesa eretta nel IV secolo dal vescovo Eustorgio.
L’aspetto attuale è dovuto in parte alla costruzione effettuata nel IX secolo ed in parte alla Milano comunale dei Torriani e dei Visconti. Nel XII secolo subì vari rifacimenti e nel 1227 quando subentrarono i Domenicani s’iniziò a sostituire alla prima copertura a capriate il tetto a volte. Il campanile sorse verso il ‘300 ed in seguito si aggiunsero sul fianco destro ed a tergo le cappelle gentilizie. L’interno è costituito da tre navate di cui quella mediana si conclude nella vasta abside. Nella basilica sono racchiuse numerose opere: del Bergognone, di Jacopino da Tradate, di C. Rainoldi, di A. Figino, di Balduccio da Pisa, di Gaudenzio Ferrari, di Daniele Crespi, di Vincenzo Foppa.

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SAN CALIMERO

La Basilica di S. Calimero sorge fin dal V secolo sulle rovine di un tempio di Apollo.
Conserva uno stile romanico nonostante i danni subiti nel ‘500 e le opere di restauro effettuate nel XII secolo e nel 1882 dall’architetto A. colla.
All’interno figurano dipinti di notevole interesse quali il Crocefisso del Cerano e la Pala leonardesca attribuita a Marco d’Oggiono.
La sagrestia conserva affreschi settecenteschi ed un affresco del ‘500 di Cristoforo Moretti.

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SANTA MARIA DEI MIRACOLI
PRESSO S. CELSO


Nel 1490 al posto di un’antica cappella, nello stradone di San Celso veniva eretto il Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso. Questo era dovuto ai fatti prodigiosi attribuiti all’immagine miracolosa della Vergine venerata nella cappella. I lavori si protrassero per quasi un secolo e vi presero parte il Dolcebuono, Cristoforo Solari, Giovanni Antonio Amadeo, il Cesariano e Cristoforo Lombardo. Nel 1556 Vincenzo Seregni iniziava la facciata che veniva però ultimata, dopo il 1565, da Galeazzo Alessi e da Martino Bassi. Davanti la chiesa vi è un atrio cinto all’interno da un bellissimo porticato che ospita una fontanina cinquecentesca. La facciata in stile barocco presenta elementi decorativi statuari. Adamo ed Eva di Stoldo Lorenzi, le Sibille di Annibale Fontana, e poi i Quattro Profeti, il Presepe, gli Angeli di bronzo. L’interno è a croce latina, a tre navate con una grande cupola. Il pavimento, tutto ad intarsi di marmo, è opera di Martino Bassi. Il Cerano, G.C. Procaccini, Paris Bordone, C. Urbini, Gaudenzio Ferrari, Callisto Piazza, Antonio Campi ed il Moretto da Brescia sono autori di importanti opere racchiuse nel santuario.

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SAN LORENZO MAGGIORE

Costruita verso il 350, più volte distrutta da incendi, alla fine del ‘500 ebbe un rifacimento radicale (ad eccezione della facciata, della fine del secolo scorso), che tuttavia non ne alterò l’originaria struttura. Diversamente da quasi tutte le altre chiese paleocristiane, ha pianta circolare e, tutt’intorno, un maestoso ambulacro; la loggia superiore, il matroneo, è tutta di granito. L’altare maggiore è decorato da marmi preziosi. Sulla destra, per un atrio ove si notano tracce di mosaici del IV secolo e una porta romana si entra nella cappella di S. Aquilino, pure del IV secolo, che conserva intatte le forme originarie. La basilica è preceduta da un sagrato (al centro una statua di bronzo dell’imperatore Costantino, copia dell’originale in Laterano), limitato da 16 colonne romane.

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SAN FEDELE

La chiesa di San Fedele è uno dei più nobili esempi di architettura cinquecentesca di Milano. È sorta nel 1565 ad opera del Pellegrini su un’antica basilica risalente a prima dell’anno mille.
Quando, per erigervi il Regio Teatro, l’attuale Teatro alla Scala, la chiesa di Santa Maria venne demolita, la chiesa di San Fedele prese il titolo di Santa Maria alla Scala, divenendo Cappella Ducale e frequentata maggiormente dalla nobiltà milanese. All’interno si conservano opere del Cerano e di Simone Peterzano. I legni dei confessionali, dei pulpiti e degli armadi della sacrestia sono tutti opera di intaglio di R. Taurino e di D. Ferrario. L’altare maggiore e la tribuna dell’organo, neoclassici, sono opera di P. Pestagalli. Il coro ligneo, con intarsi madreperlacei, sembra sia dovuto ad Anselmo Del Conte.

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SAN SATIRO

Le origini della basilica si fanno risalire all’876. Fu il vescovo Ansperto da Biassono, a volere la basilica in onore dei SS. Ambrogio e Satiro. La Basilichetta di Ansperto, vero gioiello dell’età carolingia, è stata restaurata recentemente insieme al campanile che risale ai sec. IX-X.
Nel 1478 fu dato incarico a Donato Bramante, di apportarvi ampliamenti e successivamente fu affidata ad Amadeo la costruzione della facciata (1486), sempre su disegno del Bramante, ma che restava incompiuta. La facciata venne rifatta nel 1871 da Giuseppe Vandoni in stile rinascimentale, pur conservando nella parte inferiore alcuni elementi dell’Amadeo. Nella ricostruzione il Bramante dette alla basilica una forma a T, vi aggiunse tre navate e la cupola. All’interno sono conservate opere della scuola del Foppa, del De Fondutis, del Bramante e bizantine.

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