© Angelo Veronesi 1999

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1. MISURE DI RESISTENZE ELETTRICHE IN CORRENTE CONTINUA ED IN CORRENTE ALTERNATA

Scopo e descrizione dell’esperienza

In diversi campi della fisica e della tecnologia si ricorre alla misura della resistenza elettrica di un sistema allo scopo di studiare le proprietà della materia oppure ottenere misure indirette di altre grandezze fisiche. Le applicazioni spaziano dalla misura delle resistività per permettere l’individuazione della velocità di reazione delle iterazioni chimiche, alla misura delle variazioni di resistenza per ottenere una misura della temperatura, oppure alla misura degli allungamenti e degli sforzi, per non parlare poi della misura della resistenza di un circuito che è essenziale per descrivere il comportamento elettrico del circuito stesso.

Per la misura della resistenza elettrica esistono diversi metodi: la scelta del metodo è determinata in genere dalla precisione richiesta nella misura, dall’intervallo di valori in cui cade la resistenza incognita e dalla necessità di minimizzare gli effetti perturbativi introdotti dalla misura stessa.

Noi useremo misure in corrente continua ed alternata di alcune resistenze elettriche mediante

il ponte di Wheatstone,

il ponte a filo,

il ponte di Kohlraush.

Siamo interessati al confronto della sensibilità dei diversi metodi nella caratterizzazione delle cinque resistenze elettriche incognite date.

Ponte di Wheatstone

Fig.1.1: Schema del circuito con il ponte di Wheatstone

Descrizione dell’esperienza e apparato sperimentale

Per la misura della resistenza incognita Rx si realizza il circuito di Fig.1.1 detto ponte di Wheatstone, in cui gli elementi principali sono le resistenze note R0 , R1 ed R2 del tipo con manopola a scatti; un galvanometro G a zero centrale sufficientemente sensibile e un generatore di f.e.m. continua.

Prima di iniziare l’esperimento abbiamo controllato con un tester le resistenze campione allo scopo di non sbagliare nell’effettuare le connessioni, poiché le resistenze del tipo manopola a scatti hanno tre boccole e bisogna decidere quali utilizzare.

Alla chiusura dell’interruttore T1 la corrente si distribuisce nei vari rami del circuito secondo le ben note leggi di Kirchhoff ed in particolare l’intensità di corrente che circola nel ramo BD viene rilevata dal galvanometro. Variando opportunamente le resistenze R0 , R1 ed R2 è possibile annullare la corrente nel ramo BD (cioè i punti B e D vengono a trovarsi allo stesso potenziale). Bisogna cioè ricercare la condizione di zero del galvanometro con l’interruttore T2 aperto di modo che la corrente passi nella resistenza r messa a protezione del galvanometro durante le fasi iniziali dell’esperimento quando i rami del ponte possono essere ancora notevolmente sbilanciati. Cambiando opportunamente la resistenza R0 abbiamo individuato la condizione di zero, in cui l’indice del galvanometro non subiva più alcuna deviazione. Dopodiché abbiamo escluso la resistenza di protezione chiudendo T2 per raggiungere una maggiore sensibilità.

Per migliorare la sensibilità abbiamo cercato da subito, per quanto possibile, di eguagliare le resistenze R1 ed R2 con i valori di R0, in modo da far risultare le quattro resistenze con valori pressoché identici.

Cenni di Teoria e analisi dei dati

Quando la condizione di zero è soddisfatta , nelle resistenze Rx ed R0 circola la stessa corrente i0 = ix , analogamente nelle resistenze R1 ed R2 circola la stessa corrente i1 = i2. Applicando la legge di Ohm ai quattro rami del circuito si ottiene:

Ricordando che VB=VD si ricava:

Rxi0=R1i1

R0i0=R2i1

Dividendo membro a membro si ottiene per la resistenza incognita Rx la seguente espressione:

Conoscendo i valori di R0 ,R1 ed R2 quando il ponte è bilanciato (cioè quando la corrente nel ramo del galvanometro e’ nulla) si determina la resistenza incognita Rx .

Abbiamo fissato il rapporto R1/R2 e abbiamo variato soltanto R0 per ricercare la condizione di zero. Quando il valore Rx rientra nell’intervallo di valori delle resistenze campione conviene porre R1= R2= R0 poiché la sensibilità del metodo e’ massima per questa condizione.

Per migliorare ulteriormente la sensibilità del ponte abbiamo aumentato la tensione fornita dal generatore laddove era possibile dopo ovviamente aver verificato se la potenza che veniva inviata nelle resistenze era compatibile con le componenti del circuito.

Abbiamo cioè preso misure tra i 4 V e i 12 V.

Siamo stati attenti affinché l’interruttore T1 rimanesse chiuso per il tempo strettamente necessario per l’osservazione delle deviazioni sul galvanometro ed evitare così il riscaldamento delle resistenze del ponte, soprattutto quando i valori delle resistenze in gioco erano piuttosto piccoli e laddove si era in presenza di tensioni un po’ più elevate.

La condizione di zero è stata ottenuta con buona approssimazione poiché la resistenza R0 con la manopola a scatti poteva essere variata lungo un grande campo di valori dal decina di migliaia alla decima parte di Ohm. Le resistenze campione invece avevano un range di valori meno flessibile.

Avevamo a disposizione cinque resistenze incognite Rx ed abbiamo ottenuto i seguenti dati ponendone una alla volta all’interno del circuito:

DATI SPERIMENTALI

R1

R2

R0

Rx

W

W

W

W

1

500

500

11355

11355

2

330

330

328,7

328,7

3

560

560

556,3

556,3

4

830

830

826,4

826,4

5

1000

1000

1001,4

1001,4

Per la prima resistenza, troppo elevata per le resistenze campione R1 ed R2 , non abbiamo potuto eguagliare i valori di R1 ed R2 a quelli di R0. Mentre per tutte le altre quattro resistenze la condizione di eguaglianza è stata raggiunta senza problemi, sempre però con un grado di precisione accettabile, poiché le resistenze R1 ed R2 erano diverse da quella più precisa R0.

La precisione di misura è determinata infatti soltanto dalla precisione delle resistenze note, infatti al galvanometro è richiesta una buona sensibilità ma non necessariamente una elevata precisione in quanto funge da strumento di zero.

La sensibilità del metodo si ricava dall’espressione dell’intensità di corrente ig che circola nel ramo BD quando il ponte non è bilanciato. Tenendo conto delle leggi di Kirchhoff si possono scrivere:

per i nodi:

i = ix + i1

i0 = ix + ig

i = i0 + i2

per le maglie:

R2 i2 + R1i1 + r0 i = f

R1 i1 – Rx ix + r ig = 0

R0 i0 + r ig + R2 i2 = 0

dove r0, è la resistenza interna del generatore ed r la resistenza interna del galvanometro (a cui si somma eventualmente la resistenza di protezione).

Dai due sistemi di equazioni si ricava:

dove D è dato dalla seguente espressione:

D = r r0 (R0 _+ R1 + R2 + Rx ) + r ( R0 + Rx ) ( R1 + R2 ) + r0 ( R1 + Rx ) ( R2 + R0 ) + R1 R2 ( R0 + Rx ) + Rx R0 (R1 + R2)

Il risultato conferma che la corrente si annulla nel ramo BD quando è verificata la condizione di ponte bilanciato.

La sensibilità del metodo nella ricerca delle condizioni di bilanciamento può venire aumentata riducendo a zero la resistenza di protezione sul ramo del galvanometro, togliendo l’eventuale resistenza inserita in serie al generatore e contemporaneamente innalzando la f.e.m. del generatore.

Quando questi parametri sono fissati , si può dimostrare che la massima sensibilità si ha quando Rx = R0 = R1= R2 , come abbiamo detto in precedenza. Nel caso non si possa si procede in questo modo, come nel caso della prima resistenza incognita si pone almeno R1/R2 = 1.

Trascurando i termini che contengono r e r0, si può ottenere una semplice espressione della sensibilità del metodo differenziando la relazione in questo modo:

Nell’ipotesi che Rx = R0 = R1= R2 la relazione appena scritta si semplifica ulteriormente e diventa:

e da questo risultato la sensibilità:

Dato che invece nel nostro esperimento la condizione di eguaglianza delle quattro resistenze non sempre veniva soddisfatta (c’era ad esempio la prima resistenza per la quale R1 e R2 non potevano essere eguagliate a Rx ), abbiamo deciso di usare quest’altra formula che tiene conto più precisamente di tute le variabili e che eventualmente si può ridurre a quella meno generale:

 

SENSIBILITA'

Di0

A/div

0,0000001

|DR0/R0|

f

|DR0/R0|

f

V

V

1

0,000593

4

1

0,000198

12

2

0,000033

2

0,000011

3

0,000056

3

0,000019

4

0,000083

4

0,000028

5

0,000100

5

0,000033

Abbiamo considerato la sensibilità per i valori della f.e.m. 4 V e 12 V. Abbiamo notato anche sperimentalmente che la maggiore precisione si ha per valori di differenza di potenziale più elevati.

Riassumendo per avere uno specchio maggiormente visibile della situazione abbiamo interpolato i dati ed ottenuto questi dati che confronteremo con quelli degli altri metodi:

|DR0/R0|

1

0,000395

2

0,000022

3

0,000037

4

0,000055

5

0,000067

Come si vede la sensibilità del metodo è in genere molto elevata e tale da non rappresentare un limite alla precisione della misura che risulta invece determinato dagli errori di cui sono affette le resistenze campione.

 

Ponte a filo

Fig.1.2: Schema del circuito con il ponte di Wheatstone

Descrizione dell’esperienza e apparato sperimentale

Il dispositivo del ponte di Wheatstone può essere semplificato sostituendo alle due resistenze campione R1 e R2 un filo metallico quanto più possibile omogeneo (r = resistività costante) e calibro (S = sezione costante) lungo il quale può essere fatto scorrere un cursore collegato al ramo in cui è inserito il galvanometro (vedi Fig. 1.2) che con il suo punto di contatto C delimita il reocordo nelle lunghezze a e b dei tratti rispettivamente AC e CB il cui rapporto può essere variato con continuità.

L’apparato sperimentale per il resto è simile al precedente. Il ponte a filo si realizza con un reocordo, filo di lunghezza costante e nota (L=1m) teso su un supporto isolante tra due morsetti A e B a cui vengono collegati l’alimentatore e le resistenze R0 e Rx .

Cenni di Teoria e analisi dei dati

Per la determinazione di Rx si procede come con il ponte di Wheatstone sostituendo alle resistenze campione, il valore: , ottenendo così:

La ricerca della condizione di bilanciamento si effettua spostando il contatto C lungo il filo calibro ed eventualmente variando il valore di R0, qualora la condizione di zero del galvanometro non si verifichi all’incirca a metà del filo (cioè non sia corrisposta la condizione a = b, che è una delle condizioni che concorre per una migliore sensibilità di misura della resistenza incognita Rx).

Per una verifica della buona qualità del reocordo abbiamo preso le prime misure con l’apparato mostrato in fig. 1.2 e poi abbiamo invertito la resistenza incognita Rx con quella nota a manopola a scatti R0 per ricercare di nuovo la condizione di equilibrio.

DATI SPERIMENTALI
1a)

a

b

R0

Rx

cm

cm

W

W

1

50,3

49,7

11300

11436

2

50,0

50,0

332,4

332,4

3

50,1

49,9

558

560

4

50,1

49,9

827

830

5

49,8

50,2

1010

1002

1b) invertendo Rx con R0

a'

b'

R0

Rx

cm

cm

W

W

1

50,0

50,0

11300

11300

2

50,3

49,7

332,4

336,4

3

50,0

50,0

558

558

4

50,0

50,0

827

827

5

50,2

49,8

1010

1018

Abbiamo notato che le due lunghezze a e a’ e b e b’ non sono proprio identiche, ciò è probabilmente dovuto al deterioramento del reocordo a causa dei continui surriscaldamenti e raffreddamenti. In questo caso la tensione utilizzata, e quindi la corrente inviata nell’apparato, è stata molto minore rispetto a quella usata in precedenza per il ponte di Wheatstone, poiché il reocordo era molto sensibile e sarebbe bastato poco per farlo fondere. Abbiamo utilizzato la differenza di potenziale di 1 V.

Per ridurre gli errori nel caso che il filo reocordo non sia perfettamente calibro. Se la sezione media delle due tratte di filo sia Sa ¹ Sb allora ed anche . Dato che la condizione di bilanciamento viene raggiunta per un valore di a ~ b il rapporto delle due sezioni differenti di filo non subisce grandi variazioni (Sa’/Sb’ ~ Sa/Sb) e quindi dalle relazioni precedenti si ottiene:

 

 

 

 

Da questi risultati si ricava rispettivamente per le resistenze incognite il valore:

Rx

s(Rx)

W

W

1

11368

96

2

334

3

3

559

2

4

829

2

5

1010

11

Da questi risultati notiamo che la sensibilità in questo esperimento è minore rispetto a quella del ponte di Wheatstone.

Per avere la massima sensibilità del ponte a filo si aggiusta la resistenza R0 in maniera che l’equilibrio si abbia per a = b. La dimostrazione è la stessa che abbiamo svolto precedentemente nel ponte di Wheatstone, sostituendo ai valori di R1 e R2 le resistenze dei tratti di filo AC e CB.

Usando l’espressione ricavata per il ponte di Wheatstone e sostituendo R1 e R2 si ricava:

In questo caso, non si può eguagliare R1, R2, R0 ed Rx in modo preciso, per cui ci dovremo accontentare dell’uguaglianza dei soli tratti a e b, che rappresentano la relazione R1=R2.

L’errore percentuale nella misura di Rx è dell’ordine di:

Per ridurre al minimo l’errore relativo nella misura della resistenza incognita, inoltre, occorre che la condizione di zero si manifesti a circa metà del filo (cioè a = b, tale che Rx = R0). Infatti indicata con L la lunghezza totale del filo e posta b = L – a , dalla relazione si ottiene per l’errore relativo la seguente espressione:

Per un valore prefissato di D a (determinato dalla risoluzione della scala e dallo spessore del coltello con il quale è realizzato il contatto sul filo) l’errore relativo diviene minimo quando il prodotto a(L – a ) acquista il suo valore massimo, e ciò succede per a = L/2.

In questo caso inoltre le tensioni inviate nel ponte sono minori di quelle del ponte di Wheatstone, altrimenti il circuito si potrebbe danneggiare. Quindi per tutto quello che abbiamo detto possiamo concludere che è accettabile che le sensibilità rivelate con questo metodo siano peggiori rispetto a quelle di prima infatti:

WHEATSTONE

A FILO

Rx

Rx

W

W

1

11355

11368

2

328,7

334

3

556,3

559

4

826,4

829

5

1001,4

1010

 

 

 

 

 

 

 

Ponte di Kohlraush

Fig. 1.3 Schema del circuito con il ponte di Kohlraush

Descrizione dell’esperienza e apparato sperimentale

Il metodo di Kohlrausch consente di effettuare la misura di una resistenza elettrica mediante una corrente alternata anziché una corrente continua.

A questo scopo si utilizza un ponte a filo in cui il galvanometro a zero centrale viene sostituito con una cuffia. Quando il ponte non è bilanciato la cuffia, percorsa dalla corrente, emette un fischio la cui intensità diminuisce man mano che il cursore si avvicina alla condizione di bilanciamento. La posizione di bilanciamento viene determinata quando l'intensità del fischio raggiunge il valore minimo. Poiché la sensibilità dell'orecchio umano alle varie frequenze sonore ha un massimo attorno ai 3000 - 4000 Hz abbiamo utilizzato un generatore di corrente alternata operante, per quanto possibile, in prossimità di tali livelli di frequenza. Se da un lato la frequenza elevata facilita l'individuazione del minimo, dall'altro lato richiede che le resistenze campione siano antiinduttive (questa caratteristica è ottenibile con opportuni metodi di avvolgimento nel caso di resistenze a filo) e che le capacità distribuite (più difficili da eliminare) siano trascurabili.

Cenni di Teoria e analisi dei dati

Nel ponte di Kohlrausch, allo scopo di rendere più netta l'individuazione del minimo, si inverte la posizione della cuffia e quella del generatore di corrente alternata, come mostrato in figura 1.3.

In laboratorio abbiamo invertito anche la resistenza Rx con la R0 oltre che il generatore con la cuffia. Abbiamo ripetuto quindi un buon numero di volte l’esperimento poiché l’individuazione del minimo non era molto precisa. Ci siamo quindi alternati un po’ di volte per individuare con una buona approssimazione questo valore, anche se è stato molto complicato, poiché in certi casi il minimo veniva sentito da due persone differenti in due differenti posizioni del cursore sul reocordo.

Per il resto abbiamo proceduto come nel ponte a filo, curando il fatto che le frequenze cadessero con buona approssimazione intorno ai 4000 Hz:

DATI SPERIMENTALI
1a)

n

R0

a

a (sin)

a (destra)

b

Hz

W

cm

cm

cm

cm

1

4000

11355

50,8

44,2

57,4

49,2

2

4000

332,4

49,9

50,1

3

4000

558

50,2

49,8

4

4000

827

50,1

49,9

5

4000

1010

49,8

50,2

1b) invertendo Rx con R0

n

R0

a'

a' (sin)

a' (destra)

b'

Hz

W

cm

cm

cm

cm

1

4000

11355

50,5

45,1

55,9

49,5

2

4000

330,4

50,2

49,8

3

4000

558

49,9

50,1

4

4000

827

49,7

50,3

5

4000

1010

49,8

50,2

2b) scambiando la cuffia con l'alternatore

n

R0

a'

a' (sin)

a' (destra)

b'

Hz

W

cm

cm

cm

cm

1

4000

11355

49,95

47,8

52,1

50,05

2

4000

332,4

50,3

49,7

3

4000

558

49,9

50,1

4

4000

827

50,0

50

5

4000

1010

50,1

49,9

2a) re-invertendo Rx con R0

n

R0

a

a (sin)

a (destra)

b

Hz

W

cm

cm

cm

cm

1

4000

11355

50,85

46,1

55,6

49,15

2

4000

332,4

50,0

50

3

4000

558

49,9

50,1

4

4000

827

50,0

50

5

4000

1010

49,9

50,1

Nella nostra tabella la condizione 1) significa che il generatore e la cuffia sono posizionati come nella fig.1.3. , mentre la condizione con il 2) rappresenta l’inversione della cuffia col generatore di corrente alternata. La situazione a) dice che Rx e R0 sono come nella fig.1.3., mentre la b) vuole significare il fatto che c’è stata un’inversione di Rx con R0.

Per la prima resistenza abbiamo riscontrato un annullamento del suono molto prima della metà del reocordo, ciò è probabilmente dovuto al fatto che la prima resistenza è quella più elevata. Allora per evitare di non determinare questa prima resistenza abbiamo segnato la condizione di annullamento del suono sia a sinistra sia a destra prendendo due valori della lunghezza a. Il valore medio secondo una nostra interpretazione non potrà che cadere all’interno dei due valori, perciò abbiamo preso la media dei due per determinare a.

Applicando l’espressione ottenuta precedentemente e facendo una media tra i risultati della situazione 1) e 2) per eliminare eventuali errori dovuti alla posizione del generatore e della cuffia otteniamo:

Rx

s(Rx)

W

W

1

11597

191

2

333

2

3

557

3

4

825

6

5

1006

6

 

 

 

 

 

 

 

 

Confronto dei dati

Confrontando i dati dei tre metodi utilizzati ci risultano i seguenti valori per le cinque resistenze:

WHEATSTONE

A FILO

KOHLRAUSH

Rx

Rx

s(Rx)

Rx

s(Rx)

W

W

W

W

W

1

11355

11368

96

11597

191

2

328,7

334

3

333

2

3

556,3

559

2

557

3

4

826,4

829

2

825

6

5

1001,4

1010

11

1006

6

Il ponte di Kohlraush ha i dati meno precisi degli altri due metodi e ciò è imputabile essenzialmente alla difficoltà di determinare la condizione di minimo. Pur avendoci messo tutta la buona volontà ed ottenuto una quantità di dati doppia rispetto a quella del ponte a filo (qui non si doveva solo invertire Rx con R0, ma anche il generatore con la cuffia), non abbiamo potuto ottenere dati migliori di questi. E’ da notare che l’errore standard sulla media del ponte di Kohlraush è paragonabile a quello del ponte a filo.

Il Ponte di Wheatstone invece è sicuramente il metodo più preciso per tutta la serie di ragioni esposte nella parte di esperimento che confrontava il ponte a filo con quello di Wheatstone.

Bisogna pero’ dire che il ponte di Kohlraush, anche se meno preciso degli altri due ha il grande vantaggio di operare in corrente alternata e può essere usato per la misura della resistenza interna delle pile o per la misura della resistenza delle soluzioni elettrolitiche: infatti l’uso di corrente continua in tali sistemi, provocando la polarizzazione degli elettrodi, potrebbe falsare in maniera determinante la misura.


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