Storia vera
giugno
L'ITALIA HA DICHIARATO GUERRA
ALLA GRAN BRETAGNA E ALLA FRANCIA
Il 10 Giugno 1940,
il nostro Paese entrò in guerra. Un bambino tenuto per mano dal padre già in divisa, chiede ed ottiene un gelato. Sarà l’ultimo gelato che quel padre gli porgerà. Alla vista di un tricolore di carta strappato dal vento, il bimbo sembra capire che quella è una giornata che lo renderà orfano.
              Angelo Martinelli

 


Roma, 10 giugno 1940
Oggi alle ore 16,30 il ministro degli Affari Esteri conte Ciano ha ricevuto a Palazzo Chigi l’ambasciatore di Francia e gli ha fatto la seguente comunicazione: "Sua Maestà il Re Imperatore dichiara che l’Italia si considera in stato di guerra con la Francia a partire da domani 11 giugno". Alle ore 16,45 il conte Ciano ha convocato l’ambasciatore di Gran Bretagna e gli ha comunicato in termini identici che l’Italia si considera in stato di guerra anche con la Gran Bretagna.
L’annuncio dello storico avvenimento è stato dato all’Italia da Mussolini, alle 18 in punto, dal balcone di palazzo Venezia, in un discorso che è stato radiodiffuso. Mussolini ha detto fra l’altro: "In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania... La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano:
"vincere!" E vinceremo per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo. Popolo italiano! Corri alle armi e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio il tuo valore".

                                                     Benito Mussolini

 

Des de giugn 1940

Ona sera de giugn...
    on sorbett sul sagraa:
me l’ha ’penna compraa
on soldaa cont i fass.
Sora i scòss di poggioeu
gh’è bandiroeul de carta tricolor
    ...e se sent ona vos
che la tròna promess,
    illusion scalmanaa.
E mè pader, coi fass,
col fotton ch’el gh’ha in còrp
ross in faccia el rangògna...
    manca pòcch ch’el bettega
...poeu ‘l me tira visin...
    el me string pussee fòrt.
Mì, capissi on poo pòcch
ma on quajcòss s’è s’ceppaa...
Dessoravia, stracch,
on tricolor de carta el borla giò.
Ona sera de giugn,
...sul sagraa pien de gent
‘na boffada de vent
l’ha streppaa di mè man
el mè serc faa de legn,
on penin con trii bus
    ...e on sorbett
che on soldaa cont i fass
l’ha faa in temp a compramm.

                                     Marco Candiani

10 di giugno 1940

Una sera di giugno...
    un gelato sul sagrato:
me l’ha donato
un soldato con le fasce.
Sopra i davanzali dei balconi
ci sono bandierine di carta tricolore
    e... si sente una voce
che tuona promesse,
    illusioni scalmanate.
E mio padre, con le fasce,
con la rabbia nel corpo,
rosso in viso borbotta,
    manca poco che balbetti...
poi mi porta vicino...
    mi stringe più forte.
Io capisco un pò poco,
ma qualcosa si è rotto...
Sopra, stanco,
un tricolore di carta cade.
Una sera di giugno
...sul sagrato pieno di gente,
una folata di vento
mi ha strappato dalle mani
il mio cerchio di legno,
un pennino con tre buchi
    ...e un gelato
che un soldato con le fasce
    ha fatto in tempo a comprarmi.