![]() Candiani,
E il dialetto
il protagonista |
![]() |
Ma
chi lha detto che la poesia è morta? Semplicemente, come
ogni altra arte, si è trasformata. Mescolandosi e contaminandosi
con tutte le suggestioni chele capitassero a tiro e che la aiutassero
a ripensare le sue forme e i suoi contenuti. Prendiamo lultima
fatica di marco Candiani, poeta, certo, ma anche sopraffino "mescitore".
Il titolo suona così: Paròll in del vent (edizioni
Arti Grafiche Marketpress). Subito, si intuisce chela polpa dellopera
è quel dialetto milanese di cui lautore si ciba da anni
(eccola qua la prima trasformazione). Poi, cè il formato.
Non unlibricino, di quelli che sembrano raccontare la "timidezza" della
poesia di oggi, ma quasi un catalogo darte, ampio e arioso. E
larte, nel senso più letterale, qui dentro cè
eccome, e porta la firma di alberto Schiavi, un pittore milanese che,
in curriculum, ha 25 personali, oltre a tracce che non si contano nelle
chiese, nei palazzi, poeta francese non sia nato a Neuilly sulla Senna,
ma dalle parti del Naviglio pavese.nei musei. I suoi "affreschi", astratti
e figurativi, affiancano i testi di Candiani, in italiano e in dialetto.
Non semplici illustrazioni, ma interpretazioni. Verrebbe da dire: trasformazioni. |